Never Be the Same

Durarara!

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    Bene, questa è un altra delle mie orribili storie xD nate dalla mia mente malata. L'ho iniziata alcuni mesi fa ( e sinceramente spero di poterla finire)
    Buona lettura, abbiate pietà di me, e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate u-u *vola via*

    Fandom: Durarara!
    Raiting: Giallo (Arancione)
    Avvertimenti: Shohen-ai, Yaoi, What if
    Personaggi: Ryuugamine Mikado, Sonohara Anri, Kida Masaomi, Nuovo personaggio, Shizuo/Izaya

    Never Be the Same


    Prologo



    "Yoichi- -Si, mio amore?- -Promettimi una cosa...- -Che cosa vuoi che ti prometta....- -Prometti di restare con me, ti prego. Io senza di te non riesco a continuare a vivere, quindi rimani e perdon..-" -Ma va a farti un bagno!-Esclamò con fare stizzito una voce femminile dall'aria estreamamente stizzita mentre premeva il pulsante rosso del telecomando che aveva in mano, spegnendo il televisore che stava guardando in tranquillità fino a quel momento.
    -E che cavolo Ichigo!- si lagnò una seconda voce, questa volta palesemente maschile e piuttosto lamentosa. -Volevo vedere come finiva! Sei ingiusta!- lo accusò.
    -Insomma, è il solito polpettone amoroso. O si dicono addio e si suicida o si dichiarano amore ed eterno, sai che noia..- fece con nolachance, segno che non le importava nulla di quello che stava dicendo il suo interlocutore.
    L'altro, infatti, sbuffò sonoramente, prendendo a stiracchiarsi -Nee-chan sei senza cuore..-la prese in giro sorridendo. Lei anche accennò un sorriso -Ne vado orgogliosa..-ribattè. -Nee-chan..-chiamò ancora -Che vuoi...- -Ti ricordi la prima volta in cui siamo venuti a Ikebukuro?..- domandò mentre lei si voltava e lo guardava tra il sorpreso e il pensieroso -Sì, non potrei dimenticarlo...

    Chi avrebbe mai potuto dimenticarsi facilmente di Ikebukuro, non era un luogo come tutti gli altri, e agli occhi di diverse persone certi ricordi apparivano come strani o unici, però riflettendoci alla fine non era nulla di così speciale. Ma fatto stava che per via di quella città molte persone e le loro corrispondenti vite, erano cambiate radicalmente, forse in meglio o forse in peggio. Però, ogni cosa ebbe inizio nel momento in cui Ryuugamine Mikado e la famiglia Kuroda mise per la prima volta piede nella grande e affollatissima stazione di Ikebukuro, una delle più frequentate di tutto il Giappone....

    "Benvenuti in Ikebukuro"
    la voce metallica del microfono che dava il benvenuto ai passeggeri che scendevano dai treni in arrivo o viceversa, si diffuse per tutta la

    stazione attirando l'attenzione di molti passanti che presero a guardarsi intorno, un po' spaesati. Tra le molteplici persone che si muovevano qua e là con fare frettoloso si poteva chiaramente notare una minuta figura poggiata contro una colonna di marmo, intenta a fissare il pavimento con aria molto interessata. Ma infondo Ryuugamine Mikado era sempre stato un ragazzo caratterialmente chiuso e piuttosto timido, che quindi detestava attirare qualsiasi tipo di attenzione su di se. Inoltre, quella era la prima volta che si spostava dal suo paese d'origine, e ora trovarsi in un posto così grande e affollato come Tokyo era davvero una novità per lui. In tutti quei quindici anni della sua vita, non aveva mai preso parte a un solo viaggio o a una gita scolatisca, quindi il suo livello d’indipendenza fuori dalle quattro mura di casa era pari allo zero. Insomma, il classico tipo timido e impacciato che s’imbarazza con un nonnulla e si vergogna anche solo di chiedere in prestito una penna alla compagna di banco. Al contrario, il suo migliore amico, Kida Masaomi, era decisamente il suo opposto. Sfacciato su tutti i fronti. Forse non era in grado di provare la vergogna, se l'era sempre chiesto. Non lo vedeva circa dalle elementari, ma aveva continuato a sentirlo tutti i giorni per Chat, e pensare che presto avrebbero frequentato anche la scuola superiore insieme già lo faceva sentire davvero meglio, ma in quella stazione, solo e senza nessuno che gli facesse da guida si sentiva davvero perso.
    -Voglio tornare a casa...- sussurrò a se stesso stringendo compulsivamente la fascia della sua borsa a tracolla marrone. Chissà com'era diventato Kida, magari era cambiato, o forse era maturato caratterialmente vista la sua tremenda infantilità, ma infondo era proprio quella che lo caratterizzava e sotto certi aspetti lo rendeva speciale. Il ragazzo sorrise al ricordo, quando improvvisamente qualche esaurito decise di rompergli un timpano urlandogli nell'orecchio sinistro.
    -MIKADO!- Esclamò con solarità una voce maschile a lui piuttosto famigliare, che lo fece voltare immediatamente. Proprio davanti a lui c'era un ragazzino piuttosto alto in jeans neri, felpa bianca e con i capelli biondi. Se non fosse stato per la faccia e l'espressione da emerito idiota, probabilmente non l'avrebbe riconosciuto nemmeno se avesse avuto il suo nome scritto in fronte.
    -Uh, Kida-kun?- Provò incerto e timoroso come suo solito. Il sorriso sul volto dell'altro si allargò ancora di più. -Ti darò tre possibilità! Uno: Kida Masaomi, Due: Kida Masaomi, Tre: Kida Masaomi...- non appena arrivò alla terza opzione scoppiò a ridere , dando delle piccole pacche sul petto e sulle spalle del vecchio compagno di scuola.
    -Kida-kun, Kida-kun! Sei davvero tu! -Fece Mikado, emozionato nel rivederlo -Sei cambiato, non pensavo ti saresti tinto anche i capelli!-notò.
    -Per caso stai cercando di ignorare il magnifico scherzo che ho preparato per te?- domandò ironicamente guardandolo divertito mettendosi una mano sulla fronte fingendosi rassegnato, prima di ridere nuovamente. -Ne è passato di tempo! Tu invece sei sempre il solito..-lo prese in giro il biondino osservandolo. In effetti, era sempre lo stesso Mikado Ryuugamine. -Wow, Kida-kun!- L'altro sembrava essere entrato in fibrillazione, era davvero contentissimo. Inoltre, quello che sembrava diverso in Masaomi era solamente l'aspetto, per il resto era sempre il suo amico scemo che si divertiva a fare scherzi penosi, ma che nonostante tutto rimaneva un’ottima persona.
    -E non sminuire i miei fantastici scherzi!-gli pat-pattò il capo fingendosi comprensivo. -Allora!!! Cosa stiamo a fare qua dentro. -Esclamò improvvisamente il biondino allontanandosi di qualche passo, diretto verso le scale mobili che portavano all'uscita e facendo contemporaneamente segno all'amico di seguirlo. -Ho voglia di andare a Ovest!! - affermò con sicurezza. -A-aspettami! - gli urlò in rimando Mikado correndogli dietro.
    Non ci volle molto per arrivare al piano terra da sotto il tunnel per la ferrovia , ma una volta lì, Mikado si trovò davanti ad uno spettacolo che lo lasciò letteralmente di stucco. I suoi occhi azzurri totalmente sbarrati e la bocca dischiusa mentre osservava l'incredibile spettacolo che era Ikebukuro. Sembrava uno di quei bambini che si fermano esterrefatti davanti alle vetrine dei negozi di giocattoli ben forniti. Come se solo quel giorno stesse scoprendo un intero mondo.
    -Wow....è fantastica...- sussurrò solamente senza smettere di guardarsi intorno, voltando la testa in tutte le direzione a lui possibili. Era davvero senza parole. Masaomi, d'altro canto, nel vederlo così si lasciò scappare una risatina divertita. Lui ci sembrava totalmente abituato. - Se ti piace così tanto un giorno ti porterò a Shibuya, non dista molto da qua, solo qualche chilometro e in treno ci si arriva massimo in due ore..- spiegò prendendo a camminare per la strada super affollata. Camminare per quelle stradone era veramente difficoltoso, perché se non si faceva attenzione o si finiva sotto un'auto oppure contro qualche passante. -Dimmi Mikado, dove ti piacerebbe andare?-domandò Kida osservandolo curioso. L'altro si fece pensieroso per alcuni minuti. -Uhm...Sunshine 60?-propose. Ma per l'ennesima volta riuscì solo a scatenare l'ilarità del biondino. -Forse dovresti andarci con la tua ragazza là...- disse divertito e ben consapevole che Mikado non avesse alcuna ragazza, non per niente lui si era sempre vantato di avere un certo successo in quel campo, anche perché usciva con ragazze sin dalle medie, ma non era poi il Playboy per il quale voleva farsi passare, anzi era un disastro delle volte, però questo Mikado ancora non lo sapeva. Le chat erano veramente utili per raccontare balle.
    -Il parco?- tentò ancora -Il parco di Nishiguchi? Là ci vanno tutti...- ribattè iniziando a camminare all'indietro con le mani sulla nuca. -Però ora che ci penso, è già buio Kida-kun, saremmo uccisi dalle Color gang!-esclamò spaventato. -Sei sempre il solito fifone , eh Mikado?-scherzò -In fondo sono ancora lei sei, e negli ultimi tempi non se ne vedono molto di membri di Gang in giro...- raccontò con aria piuttosto annoiata. -La polizia è sempre stata vigile dopo una serie di risse, alcune si sono sciolte e altre credo non vogliano farsi vedere in pubblico.. Però non sono un esperto in materia..- Concluse. -Vuoi dire che Ikebukuro ora è sicura?-domandò Mikado speranzoso. -Non del tutto, qua non ci sono solo le Gang da temere...-rise lui. -D-davvero?- con quella frase l'aveva davvero allarmato. E dire che lui cercava una vita tranquilla e noiosa..insomma da semplice liceale. -Però se vivrai una vita normale non credo ti troverai mai in situazioni tali da incontrarli..- continuò -Ah..capisco...- mormorò Mikado abbassando leggermente lo sguardo. Sì, era inquieto. -Ehi, non c'è bisogno di fare quella faccia! Si più solare!- esclamò con allegria. Naturalmente, Mikado non poté far a meno di tornare a sorridere. La spontaneità di Masaomi era davvero un toccasana per le sue eccessive nevrosi, che alla fine non si sarebbero rivelate poi così eccessive. – Sono felice … - disse all’improvviso Kida guardandolo in volto, mentre continuava a camminare all’indietro. Mikado lo guardo perplesso. –E’ come quando eravamo piccoli che uscivamo insieme…- l’altro, avrebbe anche detto qualcosa di molto carino e gentile come suo solito, se non si fosse accorto che il biondo rischiava di andare a finire adosso a qualche povero disgraziato se continuava a camminare in quel modo. –Kida-kun , non ti sembra un po’azzardato camminare così…- notò mentre un passante lo scansava quasi per miracolo, evitando un capitombolo spaventoso. –Naah, ma di che ti preoccupi … è tutto sotto contr …- non fece nemmeno in tempo a completare il periodo che si trovò con il didietro a terra, dolorante. – Ahio …- sussurrò massaggiandosi la schiena per poi tirarsi su con facilità. Per fortuna che era agile ma anche resistente. Solo in quel momento però si rese conto della persona che aveva atterrato. Si trattava di una ragazza piuttosto comune, dalla carnagione rosea e con dei lineamenti molto fini. Nel complesso sembrava piuttosto graziosa, ma la cosa che attirava di più l’attenzione erano i suoi capelli. Rossi. Di un rosso simile a quello di una fragola, per un momento Kida si trovò a pensare a quali prodotti chimici avesse fatto uso per renderli così belli all’occhio.
    Si avvicinò a lei, con fare apparentemente rammaricato, e le porse gentilmente la mano. – Scusami, ti sei fatta male..?-chiese cordiale osservandola dall’alto. Lei, sembrava piuttosto presa dal guardarsi il ginocchio scoperto e leggermente sbucciato. Okay, domanda scema. Si era fatta male. Senza alcun preavviso, la ragazza alzò lo sguardo piantandolo su di lui. Aveva due occhi che esprimevano una severità spaventosa, tanto che Kida fece un passetto indietro. In quel momento gli mancava la tipica gocciolina dei manga giù per la fronte. – Non fa niente..- ribattè alzandosi a sua volta in piedi , calma e pacata. – Ma guarda dove cammini..- gli scansò poco gentilmente la mano e lo superò, come se non ci fosse nemmeno. Una volta che si fu allontanata abbastanza, Mikado si avvicinò all’amico e allungò una mano verso la sua spalla per chiamarlo, ma l’altro si voltò ancor prima che potesse farlo.
    -L’ho stesa ….-affermò imitando con una mano una pistola e fingendo di premere il grilletto all’altezza del petto del ragazzo. – Eh?-.
    -La ragazza … - disse Kida come se fosse ovvio. –Se… nel vero senso della parola Kida-kun … - ribatté lievemente ironico il moro, con l’altro che già stava blaterare su quanto lui fosse affascinante, una vera calamita per le ragazze.
    -Non riescono proprio a starmi lontano ….!- peccato, che Mikado fosse più tra le nuvole che sulla terra. Si limitava ad annuire a ogni parola senza nemmeno seguire più bene i suoi discorsi. – Sai, credo che se tu sia abbastanza preparato ti risulterà anche più facile parlare con le ragazze …- “Pervertito” pensò tra se e se il ragazzo.

    La passeggiata tra il ragazzo e il suo amico durò a lungo. Ne avevano di cose da dirsi, ma tutti e due solo in quel momento riuscirono a prendere consapevolezza di quanto tempo avevano passato senza vedersi realmente. Tutto quello che continuavano a raccontarsi l’un l’altro delle loro esperienze vissute in quelle due località diverse non faceva altro che stupirli, perché gli sembrava sempre di essere più distanti e diversi. Il ragazzo dai capelli castani continuava a chiedersi cosa avesse fatto il suo amico tutto quel tempo, ma la stessa cosa in parte valeva per il biondino, che a volte sperava che l’altro non venisse a sapere poi molto della sua vita in città. Poco dopo lo scontro di Masaomi con quella ragazza, aveva ripeso a parlare delle persone che doveva tenere alla larga, e ne aveva nominate due in particolare, poi per crederci gli era bastato vedere un distributore volare per aria.

    -Certo che però sei fortunato!-esclamò indicandolo. Mikado s’indicò a sua volta. – Fortunato?- sbatté più volte le ciglia cercando di capirlo. – Beh , ci siamo scontrati con due ragazze, hai visto Shizuo che lancia distributori per aria …- iniziò a contare gli avvenimenti sulle dita - Almeno la ragazza con cui ti sei scontrato tu non ti ha urlato contro …- gli fece notare Mikado grattandosi la testa. Come se gli fossero improvvisamente spuntate due antennine, Kida voltò la testa di scatto sbarrando gli occhi, assumendo un’espressione tra il sorpreso e l’entusiasta – Eccome se sei fortunato vieni!- lo prese per il polso e lo trascinò sul ciglio della strada. – S-sicuro che questa sia fortuna …- borbottò tra se e se confuso da quel comportamento. –Non mi è mai capitato di vederlo così da vicino..- -vedere cosa …- Kida indicò la strada davanti a loro.
    In quel momento, Ryuugamine Mikado vide qualcosa che non pensava avrebbe mai rivisto in tutto il resto della sua vita, e non credeva possibile che potesse trovarsi proprio lì davanti ai suoi occhi. Nel vedere quel motociclista nero passargli proprio di fronte, ad alta velocità e in sella a quella moto del medesimo colore che pareva nitrisse al suo passaggio, proprio come un cavallo in corsa; non provò affatto paura … ma entusiasmo ed emozione …. Perché era sicuro che non avrebbe mai rivisto una simile cosa se non Ikebukuro . … … però... chissà chi era quel Izaya Orihara di cui aveva parlato.
     
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